Alcune scuole
medie consigliano – per iniziare bene le medie – di svolgere durante l'estate
tre addizioni, tre sottrazioni, tre moltiplicazioni e tre divisioni ogni
giorno, e ripassare le formule delle aree e dei perimetri delle figure piane.
Capiamo la loro preoccupazione per "i fondamentali", come si usa dire,
e nel contempo apprezziamo la disponibilità a farsi carico anche della peggior
preparazione matematica di un alunno in arrivo dalle scuole primarie: come a
dire, ce ne occupiamo noi, tentate almeno di portarci ragazzi e ragazze che
non sbaglino i riporti in colonna e sappiano le tabelline.
Tuttavia,
questo allenamento di calcolo rischia di rinforzare negli allievi una visione
distorta della matematica come puro agglomerato di procedure di calcolo, una
materia che consiste in esercizi e non ha un contenuto, quasi una materia nella
quale non serve pensare ma occorre applicare meccanicamente delle tecniche, talmente
meccaniche che l'errore è sempre in agguato. Questa visione è rinforzata da
certi eserciziari per le vacanze, le cui pagine sono l'emblema della visione
che cerchiamo di contrastare in questo blog.
Vuole
impegnarsi, da genitore? Il libro Pensare
in matematica vi aiuterà ad avere una visione della matematica che abbia
senso umano, che faccia intuire ai figli che in essa si nascondo tanti enigmi
interessanti e gli sforzi di tanti per decifrarli, tante idee che sono legate alla
esperienza e all'intraprendenza degli uomini. Nel libro troverete vicende da raccontare
ai bambini, ad esempio sull'origine dei numeri e su come si scrivevano in altre
epoche, e sull'origine della geometria. Oltre al racconto, e anche senza
l'aiuto del libro si possono inventare problemi aritmetici semplici, presi dalla
vita di ogni giorno, inclusi i decimali: ogni esempio è buono, dal calcolo del
prezzo totale dei biglietti per il cinema, al calcolo del risparmio
approfittando di un'offerta al supermercato, al calcolo della frazione di una
distanza che abbiamo ancora da percorrere in un viaggio. E si provi a spiegare al suo figlio
come si scrivono i numeri con i simboli dei Romani!
Per la
geometria, suggerisca di osservare figure solide (se ne trovano tante in
cucina!) e faccia disegnare le figure al bambino con carta a quadretti da 1 cm,
righello e compasso (spesso i bambini non hanno afferrato questi strumenti mai,
alla fine della quinta classe); non dimentichi che i quadrilateri, i poligoni
di quattro lati, possono avere una grande varietà di forme irregolari, così
come vi sono molti triangoli che non sono né equilateri né rettangoli, e che
ruotando il foglio le figure si trovano in posizioni molto curiose! Faccia
calcolare un po' di perimetri e aree contando quadretti, anche in modo
approssimato. Faccia domande che richiedano di misurare alcune lunghezze oppure dei tempi con un metro e un cronometro, e alcuni angoli con il goniometro. Poi ponga
problemi geometrici semplici ad esempio esaminando rapporti fra figure, come un
rettangolo e un quadrato di perimetro 12 cm, oppure due quadrati di cui uno ha
il lato tre volte l'altro. Lo aiuti a comprendere e descrivere con parole il
perché delle formule delle aree e dei perimetri, iniziando con quelle del
quadrato, del rettangolo, del parallelogramma, del triangolo rettangolo.
Siamo sicuri –
l'esperienza insegna – che suo figlio si risveglierà come da un sogno, e
mostrerà curiosità, e allora potrà proporre un po' di calcolo mentale, all'inizio
semplicissimo, sempre un po' scherzoso, usando i numeri tondi, e infine,
senz'altro alcune operazioni in colonna saranno un buon allenamento per la
prima media.
Preferisce che
il bambino faccia autonomamente? Allora le consigliamo tre libri di lettura
matematica di Anna Cerasoli: Sono il
numero 1 (sui numeri interi), Io
conto (sulle frazioni) e Tutti in
cerchio (sulla geometria), tutti pubblicati da Feltrinelli kids, che
formano insieme una felice presentazione della matematica, coinvolgente e
completa. Può anche leggerli insieme a suo figlio, oppure organizzare un club di
matematica con altri compagni un'ora a settimana. Anche in questo caso, prima
serve scoprire cosa indaga la matematica (che è poi quello che si assimila
esercitandosi!), e poi il bambino accetterà anche di fare un bel po' di operazioni
in colonna!
Ciò che è in
gioco è superare la delusione, il senso di estraneità e il non aspettarsi
niente di buono dalle ore di matematica, che si trova persino nei bambini che
"vanno bene" in matematica, figuriamoci in quelli che hanno un'istruzione
matematica scadente o che, peggio, si trovano già in gran difficoltà o hanno
già sviluppato l'astio verso la materia. Allora riuscirà finalmente ad
apprendere qualcosa, e si mostrerà disponibile persino a fare molti, molti
esercizi!
Ana Millán Gasca
Grazie! Provvederò agli acquisti.
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