Ho notato che i bambini dell’ultimo anno della scuola
dell’infanzia che per la prima volta fanno esperienza delle forme geometriche e
delle lettere dell’alfabeto maiuscolo confondono spesso la E con la F per
l’effettiva somiglianza che c’è fra le due lettere. Che stratagemma si può
usare per fare cogliere ai bambini la differenza? Un buon sistema è appunto
quello di ricorrere alle loro conoscenze aritmetiche e geometriche: far contare
le lineette orizzontali della F e della E e riflettere sulle differenza può
essere un modo per aiutare il bambino a riconoscere le due lettere, lo stesso
esercizio si può fare per il riconoscimento delle figure geometriche,
osservando il numero dei lati ma anche la loro lunghezza, è più facile
riconoscere le varie figure, un metodo funzionale può essere la costruzione
delle figure geometriche con delle asticelle di diversa lunghezza per creare le
proprie forme e ragionare sulle differenze (es. quadrato rettangolo).
Abbiamo dato notizia sul blog di un recente corso
dedicato agli aspetti geometrici della calligrafia: le lettere romane o
lapidarie (chiamato alle volte a scuola lo “stampato maiuscolo”) hanno, nella
loro rigidità e nella loro bellezza, la presenza di criteri geometrici. Sono
questi criteri che portano a poter confondere la E con la F (segmenti uguali,
angolo retto); come il rettangolo con il quadrato (quattro lati, angoli uguali
retti). Nel caso dei due quadrilateri in realtà un quadrato è un rettangolo “molto
speciale” e alle volte il fatto che un alunno li “confonda” è in realtà
manifestazione del fatto che riconosce l’uguaglianza degli angoli e l’idea di
angolo retto. Proprio lo sviluppo della intuizione geometrica infantile può
portare a confondere la E e la F, ma in questo caso l’accento è posto sulle
differenze perché si tratta di riconoscere una grafia per poter leggere e
scrivere. Comunque anche in questo caso la scelta giusta e discutere, pensare,
analizzare con i bambini: lo scopo
dell’istruzione non può essere una pura “discriminazione” ma l’assimilazione di
idee e relazioni, oltre che l’acquisizione di alcuni automatismi. Il pensiero
infantile si trova in difficoltà di fronte al puro “riconoscimento” o
discriminazione, mentre ha la plasticità e l’apertura ai confronti e alla
discussione.
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