In classe seconda a fine gennaio inizia il teaching to
the test. Una testimonianza:
Sto facendo una supplenza in una
classe seconda e ho fatto delle proposte alla collega per le ore di matematica.
Si è mostrata interessata al tema delle tecniche di calcolo mentale; ritiene
meno spendibile, invece, la parte sulla storia dei numeri, perché da qui alla
fine dell'anno i bambini dovranno prepararsi per le prove Invalsi. La maestra
mi ha mostrato il libro di esercitazioni per la prova Invalsi della …, su cui
ho notato che ci sono molti esercizi sulla simmetria e sul riconoscimento delle
figure piane, e, nell'ambito dati e previsioni, sulla lettura e interpretazione
di tabelle e grafici (istogrammi).
La classe seconda dovrebbe essere uno spazio di
libertà, dopo la classe prima in cui vi è l’esigenza pressante di porre le basi
della scrittura manuale e della lettura, oltre che della capacità di “stare in
classe” in modo attivo, sereno, allegro, collaborativo e rispettoso. Che senso
ha che, dal mese di febbraio, il lavoro di matematica sia condizionato dalle
prove Invalsi, oppure dall’interpretazione di una casa editrice di cosa sia
prepararsi alla prova Invalsi?! Al punto da indurre una brava maestra a
rinunciare a parlare un po’ ai bambini della storia dei numeri, e non per
motivi didattici.
Confermo: quest'anno una dei miei figli è in seconda elementare. Tutta la classe ha già acquistato e quasi terminato di svolgere due eserciziari per le prove Invalsi (uno di matematica e uno di italiano).
RispondiEliminaLa maestra ha già decretato che a giorni dovremo acquistarne altri due, senza dare la possibilità di discutere la questione.
Nel frattempo non si fa nessuna lettura "letteraria" in classe: nessuna vera favola, nessuna vera filastrocca o poesia, solo quei testi idioti una volta infarciti di "ch" e la volta dopo di "cq". Test di comprensione a crocette.
Mia figlia, che fino all'anno scorso aveva spiccate capacità di numerazione e calcolo mentale, quest'anno le sta perdendo nel marasma della penna da cambiare in continuazione: verde per le centinaia, rossa delle decine, blu per le unità, da cambiarsi decine di volte ad ogni compito. Mi convinco sempre di più che lo scopo non è l'istruzione dei bambini, ma la riduzione dei loro cervelli in una poltiglia omogenea, uniforme, inutile.