Luna, una bambina di quattro anni
e mezzo, dice alla mamma che “zero non è un numero”. La mamma, che è una
chimica, si preoccupa molto di questa affermazione della bambina: “ma certo che
è un numero”. Al che Luna ribadisce tassativamente “lo zero è un numero soltanto
quanto lo scriviamo. Se lo pensiamo non è nulla”.
Lo zero è motivo di riflessioni
molto belle e divertenti da parte dei bambini. Come scrive il blogger di Desequilibros,
“i bambini hanno una formidabile intuizione, tanto che noi adulti veniamo messi del
tutto fuori gioco dalla loro schiacciante logica che è capace di analizzare in forma
semplice questioni apparentemente complicate”.
La mamma di Luna non deve
preoccuparsi; non deve pensare che “non ha capito”, che “sbaglia”. Lo zero, in effetti,
non è uno dei numeri per contare che i bambini conoscono come cantilena di
vocaboli; ed è legittimo chiedersi: che senso ha contare nulla?
Non a caso per millenni l’umanità
ha fatto conti su conti con simboli, parole e gettoni senza nessun bisogno
dello zero.
Luna mostra a sua madre che il
suo itinerario attraverso i numeri procede e che sente già la differenza tra
rappresentazione simbolica scritta e vocaboli per contare.
I bambini scoprono presto che i
numeri non sono solo parole ma anche certi segni scritti, 7, 10, e altri come
XXI oppure 1,99 (come nei dépliant del supermercato). Notevole è il simbolo
dello zero che è tondo tondo. Ecco perché Luna è disposta ad accoglierlo come
numero quando lo scriviamo.
Per Luna si tratta di cose serie
(difende con forza le sue opinioni); la sua mente si sta allenando, è questo
il notevole effetto delle idee matematiche anche elementari.
Quindi non bisogna allarmarsi
della contundente affermazione di Luna, ma neanche tralasciarla. È pur vero che
i matematici di oggi considerano lo zero come il numero intero che sta prima di
1! È un numero a tutti gli effetti: si somma con gli altri numeri e si
moltiplica. Il ruolo degli adulti è proprio proporre esempi per indicare nuove
vie e scardinare un po’ le certezze: se in questo gruppetto di bambini al parco
che gioca a nascondino sono tutti maschi, quante sono le femmine? Ci serve pure
una parola per dirlo! E se incollo una dopo l’altra le sei figurine della
bustina all’album, quante ne sono rimaste da incollare? Prima cinque, poi quattro,
tre, due, una,…, zero!
Possiamo anche provare a
indagare, con domande discrete, ad esempio chiedendo cosa s'intende
quando si dice “se lo pensiamo”? Cosa è pensare il numero “due”?
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