Un'insegnante racconta la sua ora di supplenza in una prima classe elementare:
1) colorare le dita delle mani
2) disegnare 8 palline sull’abaco e colorarle di azzurro
3) colorare 8 quadretti con un colore a piacere
4) colorare il regolo 8
Il giorno in cui ho sostituito la collega di
matematica, ho trovato sulla scrivania delle schede, rispettivamente sul numero
7, 8 e 9 da proporre ai bambini nell’ora di matematica. Quando ne ho preso
visione mi sono resa conto che si trattava di schede praticamente identiche.
Di seguito elenco gli esercizi diversificati solo nel numero degli oggetti
rappresentati:
1) colorare le dita delle mani
2) disegnare 8 palline sull’abaco e colorarle di azzurro
3) colorare 8 quadretti con un colore a piacere
4) colorare il regolo 8
In tutta
sincerità, mi sembrava un lavoro troppo noioso e ripetitivo, senza considerare
che le stesse schede erano già state somministrate anche per i numeri dall’uno
a sei. A quel punto ho pensato che avrei potuto fare altro e ho scritto il numero 7 alla
lavagna. Ripensando a quella giornata mi sono tornati in mente molti più
particolari. Ho chiesto ai bambini: “sapete dirmi che numero è?”, e ho ricevuto risposte esatte.
Allora ho organizzato un’attività pratico-manipolativa: la caccia al numero. Ho
indicato la consegna: portarmi il numero di oggetti scritti alla lavagna. Gli
oggetti potevano essere prelevati dai banchi dei compagni. Ho chiamato i bambini
uno per volta e abbiamo svolto l’attività prima con il numero 7 e in seguito
con l’8 e il 9.
Gli oggetti mi
venivano consegnati alla cattedra, ma consigliavo prima della consegna di
controllare l’esattezza del numero ricontandoli. Per facilitare l’organizzazione
ho suggerito di poggiare gli oggetti su un banco in fondo all’aula. Dopo aver
verificato l’esattezza del compito il bambino mi portava gli oggetti e insieme
li contavamo di nuovo.
Se c’era stato
un errore chiedevo quanti oggetti di troppo o in meno mi erano stati
consegnati, ovviamente anche i compagni dal posto partecipavano nella conta che
veniva fatta a voce alta.
Ho notato che i
bambini dal posto seguivano mentalmente la raccolta degli oggetti e una volta
raggiunto il numero esatto consigliavano al compagno, che si muoveva tra i
banchi, di non prenderne altri perché altrimenti avrebbe sbagliato.
Una volta
completato il primo esercizio, ho puntato a qualcosa di nuovo: raggiungere il
numero di oggetti indicato mettendo insieme gli oggetti di due bambini. Perciò
li ho inviati a raccogliere gli oggetti individualmente e poi a scegliere solo
alcuni oggetti dal mucchietto dell’uno e dell’altro in modo tale da portarmi il
numero richiesto. Una volta giunti alla cattedra chiedevo quanti oggetti dell’uno
e dell’altro erano stati necessari per formare il numero 7, 8 o 9.
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