mercoledì 5 febbraio 2014

Forme geometriche e calligrafia

Ho notato che i bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia che per la prima volta fanno esperienza delle forme geometriche e delle lettere dell’alfabeto maiuscolo confondono spesso la E con la F per l’effettiva somiglianza che c’è fra le due lettere. Che stratagemma si può usare per fare cogliere ai bambini la differenza? Un buon sistema è appunto quello di ricorrere alle loro conoscenze aritmetiche e geometriche: far contare le lineette orizzontali della F e della E e riflettere sulle differenza può essere un modo per aiutare il bambino a riconoscere le due lettere, lo stesso esercizio si può fare per il riconoscimento delle figure geometriche, osservando il numero dei lati ma anche la loro lunghezza, è più facile riconoscere le varie figure, un metodo funzionale può essere la costruzione delle figure geometriche con delle asticelle di diversa lunghezza per creare le proprie forme e ragionare sulle differenze (es. quadrato rettangolo).


Abbiamo dato notizia sul blog di un recente corso dedicato agli aspetti geometrici della calligrafia: le lettere romane o lapidarie (chiamato alle volte a scuola lo “stampato maiuscolo”) hanno, nella loro rigidità e nella loro bellezza, la presenza di criteri geometrici. Sono questi criteri che portano a poter confondere la E con la F (segmenti uguali, angolo retto); come il rettangolo con il quadrato (quattro lati, angoli uguali retti). Nel caso dei due quadrilateri in realtà un quadrato è un rettangolo “molto speciale” e alle volte il fatto che un alunno li “confonda” è in realtà manifestazione del fatto che riconosce l’uguaglianza degli angoli e l’idea di angolo retto. Proprio lo sviluppo della intuizione geometrica infantile può portare a confondere la E e la F, ma in questo caso l’accento è posto sulle differenze perché si tratta di riconoscere una grafia per poter leggere e scrivere. Comunque anche in questo caso la scelta giusta e discutere, pensare, analizzare con i  bambini: lo scopo dell’istruzione non può essere una pura “discriminazione” ma l’assimilazione di idee e relazioni, oltre che l’acquisizione di alcuni automatismi. Il pensiero infantile si trova in difficoltà di fronte al puro “riconoscimento” o discriminazione, mentre ha la plasticità e l’apertura ai confronti e alla discussione.

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