domenica 9 marzo 2014

Qualche consiglio a un genitore che si chiede come traghettare il bimbo verso le scuole medie

Alcune scuole medie consigliano – per iniziare bene le medie – di svolgere durante l'estate tre addizioni, tre sottrazioni, tre moltiplicazioni e tre divisioni ogni giorno, e ripassare le formule delle aree e dei perimetri delle figure piane. Capiamo la loro preoccupazione per "i fondamentali", come si usa dire, e nel contempo apprezziamo la disponibilità a farsi carico anche della peggior preparazione matematica di un alunno in arrivo dalle scuole primarie: come a dire, ce ne occupiamo noi, tentate almeno di portarci ragazzi e ragazze che non sbaglino i riporti in colonna e sappiano le tabelline.
Tuttavia, questo allenamento di calcolo rischia di rinforzare negli allievi una visione distorta della matematica come puro agglomerato di procedure di calcolo, una materia che consiste in esercizi e non ha un contenuto, quasi una materia nella quale non serve pensare ma occorre applicare meccanicamente delle tecniche, talmente meccaniche che l'errore è sempre in agguato. Questa visione è rinforzata da certi eserciziari per le vacanze, le cui pagine sono l'emblema della visione che cerchiamo di contrastare in questo blog.
Vuole impegnarsi, da genitore? Il libro Pensare in matematica vi aiuterà ad avere una visione della matematica che abbia senso umano, che faccia intuire ai figli che in essa si nascondo tanti enigmi interessanti e gli sforzi di tanti per decifrarli, tante idee che sono legate alla esperienza e all'intraprendenza degli uomini. Nel libro troverete vicende da raccontare ai bambini, ad esempio sull'origine dei numeri e su come si scrivevano in altre epoche, e sull'origine della geometria. Oltre al racconto, e anche senza l'aiuto del libro si possono inventare problemi aritmetici semplici, presi dalla vita di ogni giorno, inclusi i decimali: ogni esempio è buono, dal calcolo del prezzo totale dei biglietti per il cinema, al calcolo del risparmio approfittando di un'offerta al supermercato, al calcolo della frazione di una distanza che abbiamo ancora da percorrere in un viaggio. E si provi a spiegare al suo figlio come si scrivono i numeri con i simboli dei Romani!
Per la geometria, suggerisca di osservare figure solide (se ne trovano tante in cucina!) e faccia disegnare le figure al bambino con carta a quadretti da 1 cm, righello e compasso (spesso i bambini non hanno afferrato questi strumenti mai, alla fine della quinta classe); non dimentichi che i quadrilateri, i poligoni di quattro lati, possono avere una grande varietà di forme irregolari, così come vi sono molti triangoli che non sono né equilateri né rettangoli, e che ruotando il foglio le figure si trovano in posizioni molto curiose! Faccia calcolare un po' di perimetri e aree contando quadretti, anche in modo approssimato. Faccia domande che richiedano di misurare alcune lunghezze oppure dei tempi con un metro e un cronometro, e alcuni angoli con il goniometro. Poi ponga problemi geometrici semplici ad esempio esaminando rapporti fra figure, come un rettangolo e un quadrato di perimetro 12 cm, oppure due quadrati di cui uno ha il lato tre volte l'altro. Lo aiuti a comprendere e descrivere con parole il perché delle formule delle aree e dei perimetri, iniziando con quelle del quadrato, del rettangolo, del parallelogramma, del triangolo rettangolo.
Siamo sicuri – l'esperienza insegna – che suo figlio si risveglierà come da un sogno, e mostrerà curiosità, e allora potrà proporre un po' di calcolo mentale, all'inizio semplicissimo, sempre un po' scherzoso, usando i numeri tondi, e infine, senz'altro alcune operazioni in colonna saranno un buon allenamento per la prima media.
Preferisce che il bambino faccia autonomamente? Allora le consigliamo tre libri di lettura matematica di Anna Cerasoli: Sono il numero 1 (sui numeri interi), Io conto (sulle frazioni) e Tutti in cerchio (sulla geometria), tutti pubblicati da Feltrinelli kids, che formano insieme una felice presentazione della matematica, coinvolgente e completa. Può anche leggerli insieme a suo figlio, oppure organizzare un club di matematica con altri compagni un'ora a settimana. Anche in questo caso, prima serve scoprire cosa indaga la matematica (che è poi quello che si assimila esercitandosi!), e poi il bambino accetterà anche di fare un bel po' di operazioni in colonna!

Ciò che è in gioco è superare la delusione, il senso di estraneità e il non aspettarsi niente di buono dalle ore di matematica, che si trova persino nei bambini che "vanno bene" in matematica, figuriamoci in quelli che hanno un'istruzione matematica scadente o che, peggio, si trovano già in gran difficoltà o hanno già sviluppato l'astio verso la materia. Allora riuscirà finalmente ad apprendere qualcosa, e si mostrerà disponibile persino a fare molti, molti esercizi!
Ana Millán Gasca

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