giovedì 12 dicembre 2013

Competenze, mercato, cultura e valutazione


Vi proponiamo l'augurio per il futuro formulato da Benedetto Vertecchi  in una intervista al «Corriere della Sera» firmata da Valentina Santarpia pubblicata il 13 dicembre scorso

 «la mia speranza è che ci sia un salto di qualità nella valutazione del sistema: quest’ossessione di parlare di competenze è una follia, perché non si può separarle dalle conoscenze. Vorrei che la scuola ritrovasse la sua autonomia e fosse in grado di esprimere una sua cultura, non quella che gli viene imposta dal mercato. È per questo che ho trovato vergognosi i dati Ocse-Pisa [si riferisce a Pisa 2012 Results: What students know and can do]: il quadro teorico da cui partono è che i Paesi devono considerare l’educazione indipendentemente dalle proprie culture, e che ciò che conta è la rapidità con cui si perseguono obiettivi dell’economia globalizzata. È come chiedere a tante persone di tutto il mondo di preparare la stessa minestra: gli unici ingredienti in comune saranno l’acqua e il sale, tutto gli altri saranno diversi in base all’offerta del mercato locale. Nella valutazione la situazione non è dissimile: dobbiamo tener conto del poco che gli studenti hanno in comune e del molto per cui differiscono. L’Invalsi finora ha sfornato dati, dati, dati. Adesso è giunto il momento che faccia un passo in avanti, abbracciando anche una capacità interpretativa»


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