mercoledì 6 marzo 2013

Un'ora di supplenza di matematica nella prima classe

Un'insegnante racconta la sua ora di supplenza in una prima classe elementare:


Il giorno in cui ho sostituito la collega di matematica, ho trovato sulla scrivania delle schede, rispettivamente sul numero 7, 8 e 9 da proporre ai bambini nell’ora di matematica. Quando ne ho preso visione mi sono resa conto che si trattava di schede praticamente identiche. Di seguito elenco gli esercizi diversificati solo nel numero degli oggetti rappresentati: 


1)    colorare le dita delle mani
2)  disegnare 8 palline sull’abaco e colorarle di azzurro
3)  colorare 8 quadretti con un colore a piacere
4)  colorare il regolo 8


In tutta sincerità, mi sembrava un lavoro troppo noioso e ripetitivo, senza considerare che le stesse schede erano già state somministrate anche per i numeri dall’uno a sei. A quel punto ho pensato che avrei potuto fare altro e  ho scritto il numero 7 alla lavagna. Ripensando a quella giornata mi sono tornati in mente molti più particolari. Ho chiesto ai bambini: “sapete dirmi  che numero è?”, e ho ricevuto risposte esatte. Allora ho organizzato un’attività pratico-manipolativa: la caccia al numero. Ho indicato la consegna: portarmi il numero di oggetti scritti alla lavagna. Gli oggetti potevano essere prelevati dai banchi dei compagni. Ho chiamato i bambini uno per volta e abbiamo svolto l’attività prima con il numero 7 e in seguito con l’8 e il 9.
Gli oggetti mi venivano consegnati alla cattedra, ma consigliavo prima della consegna di controllare l’esattezza del numero ricontandoli. Per facilitare l’organizzazione ho suggerito di poggiare gli oggetti su un banco in fondo all’aula. Dopo aver verificato l’esattezza del compito il bambino mi portava gli oggetti e insieme li contavamo di nuovo.
Se c’era stato un errore chiedevo quanti oggetti di troppo o in meno mi erano stati consegnati, ovviamente anche i compagni dal posto partecipavano nella conta che veniva fatta a voce alta.
Ho notato che i bambini dal posto seguivano mentalmente la raccolta degli oggetti e una volta raggiunto il numero esatto consigliavano al compagno, che si muoveva tra i banchi, di non prenderne altri perché altrimenti avrebbe sbagliato.
Una volta completato il primo esercizio, ho puntato a qualcosa di nuovo: raggiungere il numero di oggetti indicato mettendo insieme gli oggetti di due bambini. Perciò li ho inviati a raccogliere gli oggetti individualmente e poi a scegliere solo alcuni oggetti dal mucchietto dell’uno e dell’altro in modo tale da portarmi il numero richiesto. Una volta giunti alla cattedra chiedevo quanti oggetti dell’uno e dell’altro erano stati necessari per formare il numero 7, 8 o 9.



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